Giornata europea della bioenergia celebrata con il lancio della campagna.

Il 13 novembre l’industria bioenergetica ha celebrato la “Giornata europea della bioenergia“, il che significa che da quella data la bioenergia da sola sarà in grado di coprire tutto il fabbisogno energetico degli Stati membri dell’UE fino alla fine dell’anno.

In concomitanza con questa pietra miliare, Bioenergy Europe ha annunciato il lancio della quarta edizione della campagna della Giornata europea della bioenergia, che mira a far luce sul ruolo sempre più centrale che la bioenergia sostenibile sta svolgendo nel mix energetico degli Stati membri. L’organizzazione ha dichiarato che la data “fissata” della Giornata Europea delle Bioenergie di quest’anno (che significa che 49 giorni di energia potrebbero essere forniti interamente dalla bioenergia) conferma le tendenze degli anni passati e mostra la crescita vissuta dal settore europeo delle bioenergie.

Mentre le bioenergie continuano a guidare l’Europa verso un futuro a zero emissioni di carbonio, contribuendo già con il 10,3% del consumo finale lordo di energia, i dati recenti evidenziano come l’Europa rimanga ancora “eccessivamente dipendente” dai combustibili fossili (82,5%), secondo Bioenergy Europe, con i sussidi che continuano ad andare nella direzione sbagliata. Spalmando la proiezione della domanda energetica europea sull’intero anno, l’organizzazione ha dichiarato che l’UE continua a dipendere dall’energia fossile e nucleare per un “preoccupante” totale di 282 giorni nel 2020. Sull’intero anno tutte le energie rinnovabili consentono 84 giorni di energia pulita, di questi la bioenergia contribuisce per 49 giorni.

A livello UE, ciò significa due giorni aggiuntivi di energia rinnovabile rispetto al 2019. Fortunatamente, ha detto Bioenergy Europe, esaminando i dati dei singoli paesi, si può individuare un trend altrettanto positivo. Paesi come la Danimarca, la Finlandia e la Svezia hanno visto un aumento netto del consumo di bioenergia che va dai 3 ai 5 giorni in più.

Le bioenergie contribuiscono per il 60% del consumo finale lordo di energia da fonti energetiche rinnovabili (FER). Il settore contribuisce inoltre alla creazione di oltre 700.000 posti di lavoro diretti e indiretti in Europa, che  rappresentano il 49% di tutti i posti di lavoro FER. Con un’industria che in Europa rappresenta più di 50.000 imprese, la bioenergia produce un fatturato annuo di quasi 60,6 milioni di euro e un’esportazione netta di 5 miliardi di euro.

Si stima che entro il 2050 saranno disponibili 460 Mtep di biomassa sostenibile, compresi i residui della silvicoltura, dell’agricoltura, dell’industria e dei rifiuti organici – equivalenti a 1.624 petroliere, ciascuna gravida con 2 milioni di barili.

Bioenergy Europe ritiene che la bioenergia possa svolgere un ruolo fondamentale nel raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici europei, sostenendo che questa quantità di bioenergia potrebbe soddisfare più della metà del fabbisogno energetico finale dell’UE entro il 2050.

Inoltre, proprio in questi giorni (dal 18 al 20 Novembre) si sta svolgendo, per ovvi motivi virtualmente, la conferenza European Bioenergy Future 2020. I principali temi discussi riguardano la gestione attiva e sostenibile delle foreste e conservazione della biodiversità, il Green Deal con il ruolo chiave della biomassa nel processo di decarbonizzazione ed i finanziamenti legati alla transizione per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

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